Mia è una giovane volontaria e studentessa, dall’entusiasmo contagioso.

Era ancora tra i banchi di scuola del V liceo quando arriva una occasione che lei non si lascia scappare. È un annuncio sui social ad attirare la sua attenzione: “diventa volontaria Telethon”. Mia si candida subito, e da quel giorno del 2018, con il suo ottimismo contagioso, è con Fondazione Telethon come volontaria nelle piazze della sua Trieste, e regala sorrisi alle tante persone che aderiscono alle campagne di raccolti fondi per la ricerca scientifica.

«Ogni piccolo gesto, ogni parola, è un seme nel cuore. Quando conosco una persona nuova, e racconto che sono una volontaria Telethon, sul volto dell’altra persona sboccia immediatamente un sorriso e mi dicono “wow, brava”. Ed io rispondo: “ok, allora vieni anche tu!”».

Mia

Mia lo racconta con la gioia di chi vorrebbe appassionare tutti verso qualcosa in cui crede: la possibilità di arrivare a nuove cure e terapie destinate ai tanti bambini affetti da malattie genetiche rare. «Vorrei essere un esempio. In fondo basta dedicare due fine settimana in un anno alla distribuzione di cioccolata o biscotti per la raccolta fondi Telethon. Mi piacerebbe vedere più giovani come me fare questa cosa… Io ho coinvolto tanti amici che vengono a darmi una mano, ed ogni volta è come una festa. È un piccolo aiuto, ma può valere tanto».

Quello di Mia è l’entusiasmo di chi, nel proprio piccolo, vuole essere motore del futuro che immagina, ed è proprio il valore dell’aiutare l’altro ad aver inciso nelle sue scelte universitarie: oggi è al terzo anno del corso di laurea in fisioterapia, e continua, con il suo sostegno, ad essere con Fondazione Telethon, accanto alle famiglie e ai tanti bambini nati con una malattia genetica rara. «C’è stato un momento in cui ero al banchetto Telethon e venivano signore e famiglie. Ad un certo punto si è avvicinata una mamma con un bimbo che era in carrozzina e mi ha detto “mio figlio vive anche grazie a te”. Non lo scorderò mai. Me lo porto nel cuore»

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