“Fiducia e rispetto” sono i cardini intorno ai quali si snoda la chiacchierata con Jacopo Celona, coordinatore Telethon per la città di Firenze e la sua provincia.
Un territorio dove le radici della solidarietà affondano molto profondamente, e di cui le storiche Misericordie rappresentano la traduzione più diffusa. Jacopo è coordinatore da circa 4 anni, «Dal 2014 – racconta – dopo che Manlio Germano, tuttora coordinatore per le province di Pisa e Livorno, mi propose di fare parte di questa grande famiglia».
Jacopo, che oggi dirige una prestigiosa manifestazione culturale come la Biennale di arte contemporanea di Firenze, proviene da altre esperienze di impegno sociale: «Quando Manlio mi prefigurò la possibilità di ricoprire il ruolo di coordinatore per Firenze stavo per terminare il mio coinvolgimento nel Rotaract, il ramo under 30 del Rotary. Oggi annoveriamo nel gruppo di volontari che si adoperano per sostenere Fondazione Telethon molti di quei giovani rotariani».
Insieme al gruppo creato intorno all’impegno in favore della ricerca scientifica Jacopo ha aperto l’attività di coordinamento ad ambiti diversificati, tra cui la moda. «Recentemente abbiamo accostato Telethon ad una suggestiva sfilata di abiti di una delle firme più prestigiose della creatività stilistica italiana come Versace. Ma ovviamente non solo questo. Per quanto riguarda, ad esempio, l’ambito sportivo, ci siamo affidati al ricordo e alla tenacia di un campione toscano come Gino Bartali, affiancando la Fondazione alla seconda edizione della staffetta dedicata a questo grande sportivo che, nel corso della seconda guerra mondiale, mise a disposizione sé stesso e la sua bicicletta per salvare molte vite umane».
Tante le iniziative e la creatività messa in campo in collaborazione con le principali associazioni del territorio, molte delle quali organizzate parallelamente agli appuntamenti canonici delle maratone, come la partecipazione al Festival sulla disabilità del maggio 2017 o la collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi: «Io personalmente credo fortemente che in un contesto ricco di proposte di solidarietà la formula più efficace per raggiungere il maggior numero di interlocutori sia proprio quella di ricorrere alle sinergie tra soggetti differenti».
«Isolarsi non porta molti frutti; unire le forze, anche nell’ambito di cause e obiettivi differenti , riesce a richiamare l’interesse e il successivo coinvolgimento di molte più persone».
Parlare di Telethon, per Jacopo significa principalmente fare leva su trasparenza, serietà e conoscenza delle dinamiche interne alla Fondazione. «Non sempre siamo in grado di rispondere a tutti i quesiti di ordine scientifico che la gente ci pone – sottolinea Jacopo – ma l’informazione è fondamentale per chi si impegna a favore di Telethon. Per questo puntiamo sulla formazione di base per i volontari, affinché tutti siano in grado di spiegare le dinamiche operative della Fondazione, la sua organizzazione, l’importanza dei centri di ricerca». In questo quadro, l’incontro con le famiglie “speciali” torna ad essere un traino emotivo insostituibile, nonostante in alcuni casi non sia facile sostenere il confronto con la malattia: «Questo succede quando ancora la diagnosi non è ben definita – racconta Jacopo – e l’inconsapevolezza rende più difficile la lotta contro un nemico ignoto, ma insieme troviamo la forza di attraversare i frangenti più difficili».
Infine Jacopo ricorda un’altra bella iniziativa che si svolgerà a breve: «L’appuntamento è fissato per il 18 novembre quando organizzeremo una cena di raccolta fondi in collaborazione, tra gli altri, con Avis e Uisp. Un’ulteriore prova che l’unione fa la forza!».