Italo Bertuzzi oggi coordinatore provinciale di Piacenza, che grazie alla sua lunga carriera nella scuola scopre la ricerca scientifica di Fondazione Telethon e decide di sostenerla con il suo impegno.
Terra di confine sul Po. Piacenza divide la sua identità territoriale tra Emilia e Lombardia. Un’area dove resiste una tradizione cooperativa che ha contribuito alla costruzione di una coscienza di partecipazione collettiva alla vita pubblica. È qui che vive Italo Bertuzzi, coordinatore provinciale di Piacenza. Una carriera nella scuola, dove per molti anni ha insegnato tecnica e disegno nelle scuole professionali, e prima ancora l’impegno professionale nelle industrie conserviere del settore ortofrutticolo, tipiche di queste latitudini.
È nella scuola che avviene l’incontro con Fondazione Telethon: «Ho seguito alcuni progetti di informazione sulla ricerca scientifica rivolti ai ragazzi, è stato il primo passo di un percorso di passione e collaborazione che dura fino ad oggi». Poi l’esperienza all’interno delle amministrazioni locali. Italo diviene sindaco di Travo, un paese in val Trebbia con poco più di 2.000 anime. Telethon torna anche lì. Una ragazza, assessore nella sua giunta, soffre di una malattia genetica rara. Il contatto diretto con la sofferenza gli fa comprendere ancora di più l’importanza della ricerca scientifica e si rafforza in lui la consapevolezza che il volontariato sia «la forma di impegno civile più genuina».
È la fine degli anni 70, e Italo passa attraverso una ulteriore tappa della sua esistenza umana e professionale che lo vede impegnato nella gestione dei consorzi socio-sanitari occupandosi di prevenzione, igiene pubblica e anche del presidio medico della centrale elettronucleare di Caorso. «La frequentazione con l’ambiente sanitario mi ha definitivamente convinto che potevo mettere a disposizione tempo e coinvolgimento per una causa importante come quella sostenuta da Telethon e così, prima di andare in pensione, nel 2009, rispondo ad un appello della Fondazione e divento coordinatore».
Con più tempo libero Italo si dedica anima e corpo alla causa della ricerca sulle malattie genetiche rare, insieme ad un’altra attività di volontariato a cui tiene molto, ovvero programmi di istruzione destinati ai migranti ospiti del territorio piacentino, e la cosa sorprendente è che tra le due attività si è creato un effetto osmotico. «Alcuni dei miei studenti sono diventati volontari, insieme a colleghi e, sin dall’inizio della mia esperienza per Telethon, anche la Croce Bianca di Piacenza». Italo organizza tanti banchetti in occasione delle campagne di Natale e di primavera, ma non mancano anche tante altre occasioni per parlare della ricerca. «Da una decina d’anni a questa parte – racconta – il secondo reggimento pontieri, in occasione della campagna di primavera, organizza una grande festa per Telethon. Poi ci sono i tornei di burraco organizzati dai circoli locali, le manifestazioni dei gruppi degli alpini e persino i bersaglieri, che da qualche tempo sono orgogliosamente presenti presso i nostri banchetti».
Il suo impegno come amministratore locale gli ha lasciato in eredità rapporti sinceri di amicizia con tanti altri ex colleghi sindaci, che oggi collaborano ognuno nella propria area di pertinenza per sostenere le iniziative a favore di Telethon. È vero che la rete è tutto, insieme alla capacità di informare, sensibilizzare, coinvolgere, nel segno della trasparenza e della chiarezza. «Anche le Avis sono tra i nostri principali sostenitori, insieme agli amici di Auser».
Telethon gode di una grande credibilità tra la gente, e Italo esperisce questa fiducia ogni volta che si presenta ai propri interlocutori:
«Ciò che influisce maggiormente nella consapevolezza delle persone che si avvicinano a noi e a Telethon è la chiarezza degli intenti che la Fondazione si prefigge di raggiungere».
«Le associazioni sul territorio sono tante, ma della Fondazione ci si fida, non fosse altro perché tutto ciò che viene realizzato è rendicontato con visibilità sui canali di comunicazione di Telethon e tutti possono accertarsi di come vengano utilizzati i fondi».
E poi c’è anche il sogno. Quello di Italo riguarda l’organizzazione di un grande galà per Telethon da allestire presso il teatro Municipale di Piacenza. «I rapporti con le istituzioni cittadine sono molto buoni e spero proprio che il nostro progetto possa andare presto in porto».