La coordinatrice Telethon per la provincia di Foggia racconta il suo impegno con la Fondazione sul territorio pugliese.
C’è un’immagine molto eloquente attraverso la quale Antonella Squeo, coordinatrice Telethon per la provincia di Foggia, raffigura il suo personale auspicio sul futuro della ricerca scientifica.
«Vorrei poter vedere tutti correre, anche coloro che, come mio fratello Nazario, non lo hanno mai potuto fare».
Nazario aveva 25 anni, quando, nel 2004, affidava ad Antonella il compito di proseguire la sua lotta contro la distrofia di Duchenne che lo ha portato via. «È avvenuto tutto molto rapidamente – racconta Antonella – Nazario doveva laurearsi dopo qualche mese, ma non ce l’ha fatta. Era una persona attenta e sensibile, sempre aggiornata sui successi che la lotta contro le malattie genetiche metteva a segno».
Oggi come allora Antonella, pianista e insegnante alle scuole medie, coltiva la sua passione artistica presiedendo l’associazione Prospettive Artistiche e al momento della scomparsa del fratello era impegnata nell’allestimento di uno spettacolo sulla vita di San Francesco. «Avevo deciso di mollare tutto finché una telefonata dell’allora coordinatore Telethon mi fece riflettere. E decisi che, invece di abbandonare il campo, era il caso di andare fino in fondo, devolvendo l’intero incasso dello spettacolo a favore di Telethon».
Da quel momento il rapporto tra Antonella e la Fondazione non si è mai interrotto, fino all’ottobre scorso quando le è stato formalmente affidato il coordinamento. «Non che prima della scomparsa di mio fratello fossi all’oscuro dell’esistenza di Telethon, ma la mia conoscenza si limitava ad un sostegno occasionale legato al clamore e alla visibilità che la Fondazione riscuoteva durante le maratone televisive». Oggi il suo impegno si snoda lungo tutti i 365 giorni dell’anno, passando dall’organizzazione dei banchetti alla preparazione di spettacoli ed iniziative pubbliche. «Nel mio paese, Sannicandro Garganico, coinvolgo prevalentemente il plesso scolastico in cui insegno, ma nello stesso tempo ci impegniamo a proporre spettacoli in tutti gli istituti del circondario, manifestazioni che abbiano come fine ultimo l’importanza che la ricerca scientifica riveste per chi è meno fortunato e combatte quotidianamente la sua battaglia per condurre una esistenza più serena».
Nella sua attività di coordinamento Antonella è sostenuta da una fitta rete di volontari ramificata su tutto il territorio della provincia più “settentrionale” della Puglia. «Posso contare su referenti e volontari in tutti comuni del foggiano, tra cui Apricena, dove è la stessa amministrazione comunale ad essere direttamente coinvolta nelle iniziative a favore di Telethon. È molto bello constatare il coinvolgimento generale che la ricerca scientifica genera, un movimento spontaneo, nonostante gli impegni e le difficoltà che la vita di ognuno di noi comporta».
Per Antonella, che nella sua attività di coordinamento, soprattutto da ottobre a dicembre, percorre molti chilometri attraverso tutta la provincia, Telethon rappresenta una vera e grande famiglia, accogliente e sempre disponibile a offrire sostegno. «Una sensazione che provo in modo particolare quando vengo in contatto con gli altri coordinatori nelle manifestazioni di incontro che vengono organizzate periodicamente, come le Convention. Siamo tutti protesi verso un unico, importante obiettivo, uniti in uno sforzo comune che affrontiamo con sincero entusiasmo».
Non sono parole di circostanza quelle di Antonella, si percepisce un profondo e autentico coinvolgimento. «Mio fratello non ce l’ha fatta, ma sono sicura che prima o poi potremo scrivere la parola fine alla battaglia alle malattie genetiche. È questa la ragione che mi spinge a superare i momenti più complicati e a non mollare mai, ed è per questo che non voglio lasciare nulla di intentato in questa grande avventura».
Una dichiarazione di intenti vigorosa quella di Antonella, che si appresta, con il suo gruppo di volontari, ad allestire la prima giornata della solidarietà, il prossimo 20 dicembre, nel comune di San Marco in Lamis. Una grande festa all’insegna della speranza di cambiare, grazie alla ricerca, la vita di tante persone.