Da 16 anni Agostino e tutta la sua famiglia sono legati a Fondazione Telethon con passione ed entusiasmo.
Agostino, classe ‘65, originario di Castellammare di Stabia, vive da 23 anni in Irpinia, insieme a sua moglie Anna ed i suoi due figli Giuseppe e Francesca, che oggi hanno rispettivamente 29 e 25 anni. Da ben 16 anni, fin da quando i ragazzi erano piccoli, tutta la famiglia è legata a Fondazione Telethon con gioia, passione ed entusiasmo.
«Tutto inizia con la nascita del primo figlio – racconta Agostino -. Diventare padre mi ha reso più responsabile verso tutti i bambini, in particolare verso quei bambini che con coraggio affrontano una malattia genetica rara».
«Spetta a noi adulti consegnare loro il migliore mondo possibile, ed è per questo che ho deciso di donare il mio tempo a Telethon, che da sempre considero un’eccellenza e un faro nella ricerca».
È il 2007 quando Agostino organizza un primo piccolo evento di raccolta fondi da devolvere a supporto della ricerca scientifica e negli anni si è rafforzata la voglia di dedicarsi agli altri e condividere valori preziosi, fino a diventare coordinatore provinciale Telethon di Avellino e Benevento.
«Telethon mi ha dato fiducia – spiega Agostino – e mia moglie e i miei figli mi hanno sempre sostenuto e spronato. Oggi siamo circa 100 piccoli gruppi di volontari e tutti insieme siamo diventati una vera forza fatta di solidarietà, fiducia, trasparenza e comunione».
«Negli anni ho incontrato tanti ricercatori e tanti bambini che si sono potuti curare grazie alle nuove terapie. Ecco perché, se all’inizio mi sentivo solo un volontario, io oggi mi sento un ambasciatore Telethon».
Un legame solido e duraturo che ha arricchito la vita di Agostino di incontri, emozioni e soddisfazioni che lui stesso non avrebbe mai immaginato.
«Per questa mia attività di volontariato – racconta Agostino – nel 2018 sono stato insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. È stata una grande gratificazione perché sono convinto che a renderci persone speciali non è ciò che nella vita “prendiamo” ma ciò che siamo capaci di dare».