Mara è una volontaria di Novara, al fianco della Fondazione Telethon già da molti anni. È una persona solare e intraprendente, un punto di riferimento anche per gli altri volontari. Nell’ultima campagna è riuscita a organizzare un banchetto in piazza, autorizzato e in piena regola, nonostante l’emergenza sanitaria. Conosciamola meglio insieme.
Da quanto tempo collabori con Fondazione Telethon? Come è nata la tua sensibilità?
Sono approdata nel fantastico mondo Telethon da circa 7 anni. Ma la mia sensibilità è nata molto prima, a 18 anni ho iniziato a fare volontariato in ambito medico: al reparto oncologia. È stato come andare in trincea! Ma in quei 10 anni ho imparato a osservare, a non giudicare. Poi sono diventata mamma. Giorgia è nata con molta difficoltà, ho avuto davvero paura di perderla: lì mi sono domandata cosa può provare una mamma che dà alla luce un figlio con una malattia genetica rara.
Se dovessi descriverti come volontaria in tre aggettivi, quali sarebbero?
Solare, innanzitutto: ho imparato a guardare positivamente anche le situazioni più negative. Attenta, perché mi piace ascoltare e osservare le persone. Socievole sempre e comunque, altrimenti non potrei fare la volontaria Telethon!
E come mamma?
Sensibile, cerco di trasmettere anche a mia figlia la sensibilità verso gli altri. Anche da mamma, voglio essere attenta e presente. Cerco di fare del mio meglio, di renderla innanzitutto indipendente.
La nostra campagna di primavera, come sai, si chiama “Io per Lei”. Chi è “lei”, per te? Nel tuo cuore, per chi fai la volontaria?
So che sembra retorico, ma lo faccio per il prossimo. Lo faccio per tutte quelle mamme che hanno problemi seri nella gestione della malattia dei propri figli e che vengono escluse dalla società.
Cosa provi quando pensi a una mamma rara?
Mi emoziono tantissimo, piango ogni volta che guardo le pubblicità di Fondazione Telethon o la maratona televisiva. Mio marito mi prende sempre in giro! (ride)
Che attività svolgerai nella campagna di primavera?
Come l’anno scorso organizzerò un banchetto, con la mia amica Monica. Siamo instancabili: iniziamo con la distribuzione privata dei Cuori e poi quello che avanza lo portiamo tutto in piazza.
Il contatto con le persone per te è molto importante. È questo che ti ha spinta a diventare volontaria? Come le coinvolgi?
Sono una persona molto socievole e mi piace avere a che fare con le persone. Per questo mi risulta semplice raccontare la missione di Telethon, le storie dei suoi pazienti e delle mamme rare.
Per me è un onore potere rappresentare di persona la Fondazione.
Coinvolgo e accolgo le persone prima di tutto con un sorriso. Non c’è mai diffidenza da parte dei cittadini perché la Fondazione è molto conosciuta e ben vista; ma in ogni caso non sono mai invadente e cerco di spiegare con gentilezza quello che facciamo. Cerco di spiegare che con poco si può fare molto. La donazione così è assicurata!
Come hai messo in piedi la tua squadra? Come pubblicizzerai l’evento?
La squadra di volontari l’ho messa insieme grazie al supporto dell’ufficio volontari Telethon, che mi gira i contatti delle persone interessate. Mi faccio aiutare anche molto da parenti e conoscenti.
La distribuzione dei Cuori la pubblicizzerò su Facebook, tramite il passaparola e con una mail ai colleghi di lavoro. Li prendo per sfinimento! Scherzo, ormai sono loro che vengono a chiedermelo.
Come riesci a coniugare impegni familiari, lavorativi con il volontariato?
Sono sempre del parere che bisogna avere a fianco delle persone che collaborino e capiscano questa tua necessità di fare qualcosa di importante per gli altri. Se lo vuoi e ci tieni davvero, riesci a incastrare tutto.
Ti viene in mente un aneddoto divertente?
La prima volta che ho organizzato il banchetto ho dovuto aspettare la mia amica che veniva da Milano. Mentre stavamo montando il tavolo, è arrivato un signore in bicicletta che in dialetto ce ne ha dette di tutti i colori perché eravamo in ritardo! Voleva i biscotti per la casa di riposo. Lì ho capito che sarebbe stato facile distribuire tutti i Cuori.
Emozioni prima, durante e dopo la piazza?
Prima del giorno fatidico, c’è un po’ l’ansia di non riuscire a organizzare tutto, ma poi passa, Telethon è una garanzia. Dopo sono molto contenta e soddisfatta perché fare la volontaria e stare in mezzo alle persone mi fa stare davvero bene.
Cosa diresti ad altre persone per convincerle a diventare volontari?
Nella vita bisogna sempre camminare nelle scarpe degli altri, si dovrebbe dedicare un po’ del proprio tempo lasciando da parte l’egoismo e i propri bisogni, immedesimarsi nei problemi che può avere un’altra persona. Se lo facessero tutti sarebbe un mondo migliore.
Mara e tutta la sua squadra di volontari fanno parte di NOI volontari Telethon, un gruppo di persone generose, appassionate e determinate che insieme vogliono cambiare il presente e costruire un futuro libero dalle malattie genetiche rare. Anche in un momento di difficoltà come questo. Entra anche tu a far parte della squadra!